ALTRO CHE “PRAVDA”: ARRIVA “TRUE”, LA VERITA’ TARGATA “LA REPUBBLICA”

In un precedente post abbiamo segnalato la propaganda da “guerra fredda” finanziata dall’Europa per attaccare Russia e Cina con la scusa della lotta alle “fake news”. Da qualche settimana c’è anche “TrUe” (verità, unendo la parola inglese alle iniziali dell’Unione Europea), la nuova iniziativa della “Repubblica” nell’epoca di Maurizio Molinari e dei rampolli Agnelli, che ci propone la “verità vera”, sempre con la scusa della lotta al grande problema dei nostri tempi, la “disinformazione” dei “complottisti”. “In collaborazione col Parlamento Europeo”, recita il logo della pagina web di “TrUe”: si spera che almeno sia gratis, questa “collaborazione”, e non faccia uscire altri soldi dalle tasche dei cittadini europei per finanziare un quotidiano.

La testata della nuova iniziativa di “La Repubblica”

Si tratta chiaramente di un attacco alla libertà d’opinione e a qualsiasi critica all’esistente, da parte di giornalisti trasformati in “agit-prop” di regime. Un solo esempio, tra gli innumerevoli. L’articolo del corrispondente da Bruxelles Alberto D’Argenio, dall’impegnativo titolo Virus e infodemia: ecco cosa è successo durante le prime settimane del Covid, attribuisce a perfide manovre di russi e cinesi tutte le posizioni divergenti dalla narrativa ufficiale sul coronavirus e sui metodi per combatterlo. Scrive D’Argenio, portatore di verità: “In Rete da Russia e Cina iniziano a girare le fake news. Sono migliaia e si diffondono presso milioni di cittadini del nostro continente. Recitano concetti di questo tenore: ‘La Ue ha fallito nel gestire la crisi’.”

Affermare che ‘La Ue ha fallito nel gestire la crisi’ è un’opinione, discutibile quato si vuole, ma non una fake news. Si possono mettere ancora in discussione le politiche dei governi nazionali e sovranazionali, oppure ogni critica è complotto straniero e disinformazione?

Angela Merkel con mascherina griffata “Unione Europea”

Un’altra corrispondente, Tonia Mastrobuoni, è rimasta agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando si denigravano le manifestazioni di piazza perché “manovrate da Mosca”. Scrive infatti su “TrUe”, tra varie contumelie contro ogni dissenso: “La macchina delle ‘bufale’ è riuscita grazie a siti e attivisti vicini a Mosca a mobilitare le piazze tedesche contro le misure di contenimento del governo”. Negli anni Cinquanta i comunisti e in genere chi protestava erano sprezzantemente definiti “trinariciuti” (cioè con una terza narice per assorbire ordini e manipolazioni da Mosca), oggi c’è il nuovo vocabolo indicato simpaticamente da Mastrobuoni: “covidioti”.

Massimo Cacciari, stimato dai media solo quando fa da portatore d’acqua alle idee dominanti, ha parlato recentemente di “dittatura democratica”. Il puzzo di dittatura comincia a sentirsi. Che poi sia anche democratica se ne potrebbe discutere.