Le assurdità dell’emergenza sanitaria in Italia si moltiplicano. Qui un solo esempio, relativo al recente DPCM che stabilisce il lockdown totale per alcune “zone rosse”. Tra esse spicca il caso della Calabria. Davvero quella regione è messa talmente male di fronte al virus da necessitare un lockdown?
Leggiamo un documento ufficiale del governo tedesco. Si tratta delle “Informazioni sulla designazione delle aree a rischio internazionali” stilato dal Ministero federale dell’interno, dei lavori pubblici e della patria (BMI) e dal Ministero federale della salute (BMG). Nell’elenco dei paesi a rischio causa covid è scritto, nella versione inglese del sito: “Italy – the complete country is considered as risk area with exception of Calabria (since 1 November)”. Traduzione: “Italia – l’intera nazione è considerata zona a rischio ad eccezione della Calabria (al 1 novembre)”. Sbagliano i due ministeri tedeschi e hanno preso un abbaglio? Dal 1 novembre la situazione è talmente precipitata che il 3 novembre il governo italiano ha dovuto frettolosamente inserire la Calabria tra le zone rosse?
Ma prendiamo un altro documento interessante. Si tratta del grafico di Info Data, aggiornato permanentemente e pubblicato da “Il Sole24Ore”, sulla saturazione delle terapie intensive a causa del covid. Come è evidente guardando il grafico, aggiornato al 29 ottobre, la Calabria (su report del commissario Arcuri) è l’unica regione italiana che appare di colore verde, perché ha una saturazione dei posti in terapia intensiva pari ad appena il 4,60%, su una soglia considerata critica del 30% di posti occupati da malati covid. Si noti che l’Umbria, ad esempio, ha superato di ben 20 letti la soglia di emergenza, con una saturazione del 49,50%, eppure non rientra nelle zone rosse decise dal DPCM. Anche qui: sono dati sbagliati? oppure il nostro governo non li legge e ha altre fonti “segrete” da cui attinge informazioni per decidere il destino dei cittadini? Ci sono altre ragioni “politiche”, non dichiarate, per vessare i calabresi?
Ci piacerebbe che i giornalisti delle grandi testate cartacee e televisive, invece di strizzare lacrime agli spettatori e incutere terrore quotidiano, indagassero su queste domande. E che ministri e presidenti del consiglio dessero spiegazioni credibili. O forse queste sono solo “fake news” propagate da quei complottisti del governo Merkel e di “Info Data”?