“MAGARI E’ LA VOLTA BUONA CHE LI ARRESTANO”: la campagna reazionaria di Dagospia

Il clima politico e sociale in Italia si sta deteriorando rapidamente, con toni da guerra civile. Spesso si punta il dito sui social, dove circolano posizioni estreme e violente. Ma gli altri media non sono certo da meno. E’ il caso, eclatante, di Dagospia, sito di gossip, donne nude e veline politiche, dalla discreta popolarità (è indubbiamente divertente, in certi casi), grazie anche al presenzialismo tv del suo artefice, Roberto D’Agostino. Bene, se c’è un luogo impegnato a denigrare, delegittimare e insultare ogni critica alla gestione dell’emergenza sanitaria, questo è Dagospia. Tra un pettegolezzo sugli ultimi amori di questa o quella stellina, un messaggio trasversale sulle proprietà delle banche e un video acchiappaclic, il sito sta conducendo una campagna propagandistica che mira a ridicolizzare ogni dissenso e invocare misure repressive.

Il modello dei post di Dagospia è quello di pubblicare articoli tratti da altre testate, ma accompagnati da titoli fatti in casa, ed è nei titoli che si esprime il dileggio e la propaganda. Il culmine si è raggiunto con l’articolo che, a proposito dell’annunciato intento di bloccare i treni come protesta per l’obbligo di lasciapassare (protesta promossa da un gruppo non meglio identificato, del quale personalmente non mi fido), non esita a proporre le manette: “Magari è la volta buona che li arrestano”. Ma vediamo altre perle di Dagospia.

10 ottobre 2020. Le manifestazioni di protesta sono immancabilmente sbeffeggiate. Quelli che partecipano sono “sciroccati”, “una poltiglia indistinta” che urla ed è preda della confusione. E Dagospia indica anche i presunti capi, come “il fuffologo Fusaro”.

4 dicembre 2020. Nonostante si spacci per libertario, il sito Dagospia ama la censura. Così le operazioni censorie di Facebook, che chiude le pagine sgradite sui vaccini, sono accolte con un “finalmente” e “non è mai troppo tardi”.

21 marzo 2021. “Tutti complottisti fino a quando non si ammalano”. Sintetico commento alle proteste in tutta Europa, ovviamente con la solita definizione di “sciroccati” e “negazionisti”.

25 giugno 2021. Iniziano le sospensioni per gli operatori sanitari che non si sono vaccinati: “Era ora”, chiosa Dagospia.

23 luglio 2021. Un altro leit motiv di Dagospia, la soddisfazione e la derisione se si ammalano persone che avevano criticato la gestione politica dell’emergenza Covid. “Prima delirano e poi piangono. Quando i no vax si ritrovano in un letto di ospedale frignano e si pentono”.

24 luglio 2021. Nel mirino di Dagspia entra il giurista Ugo Mattei, oggetto più volte di derisione negli articoli di Dagospia. La sua critica al Green Pass è definita “delirio complottaro”.

25 luglio 2021. Un ritratto dei novax? “Scrocconi”, “complottari” e diffusori di “folli teorie”.

25 luglio 2021. Stesso giorno per allarmare con “l’infiltrazione di gang violente” nelle proteste e per sottolineare che non c’è alcuna “dittatura sanitaria” e chi lo sostiene “blatera”.

26 luglio 2021. La campagna poliziesca e allarmistica prosegue con “In mezzo agli svalvolati sguazzano i sovversivi”, i “fanatici che aizzano i cittadini”.

27 luglio 2021. Ancora allarme infiltrazioni: “i tipini fini di estrema destra e sinistra” si infiltrerebbero nelle proteste, tra l’altro causa di “assembramenti”. Dagospia si lamenta che le manifestazioni “non possono essere vietate” perché nascono non autorizzate.

31 luglio 2021. Altro cavallo di battaglia, l’accusa ai critici del vaccinismo di diffondere “fake news” che “fanno gli stessi danni” del virus. E addirittura provocano il calo del Pil…

1 agosto 2021. Avete subito dei danni per reazioni avverse al vaccino? Guai a chiedere un indennizzo: “per avere du’ spicci ci si attacca a tutto”, sentenzia Dagospia.

1 agosto 2021. Altro articolo dello stesso giorno. L’Europa è attraversata da manifestazioni spesso oceaniche? Per Dagospia sono “mini-cortei”, “assembramenti di anarchici ed estremisti” che recitano “i soliti slogan”.

10 agosto 2021. Proteste alla Bbc di Londra contro le censure e la disinformazione: per Dagospia i no vax “vogliono imporre il bavaglio ai giornalisti”.

18 agosto 2021. Non si salvano nemmeno i sindacati, nonostante siano tutti supervaccinisti: se criticano l’obbligo di green pass per le mense di fabbrica è “uno scivolone” che merita una “spernacchiata collettiva”.

19 agosto 2021. Senza nemmeno cambiare la foto, ecco un altro attacco ai sindacati, con l’apertura del titolo che indica i nemici del popolo: “Un paese ostaggio dei no vax”.

21 agosto 2021. Dagospia si improvvisa esperta di miocarditi e decide che gli episodi conseguenti alle vaccinazioni “sono rarissimi” e “in ogni caso i benefici del vaccino superano i rischi”. Non manca il solito luogo comune iettatorio: “Si fa presto a maledire il vaccino (finché non finisci in terapia intensiva)”.

31 agosto 2021. Dagospia si affeziona a delle parole che ripete ossessivamente, come “sciroccati” e “svalvolati”. Ecco allora che se la prende con “gli svalvoloni no vax che vomitano odio”.

Insomma, siamo di fronte a un veicolo propagandistico, che si schiera contro il dissenso sull’emergenza sanitaria e invoca misure repressive con toni solo apparentemente sarcastici e “leggeri”. Tra l’altro, D’Agostino pare sceso nella mischia personalmente (cosa rarissima sul sito) con una “Dagonota” del 4 agosto 2021 per contestare il filosofo Giorgio Agamben con i soliti argomenti semplicistici: “Consigliamo al filosofo Agamben di scendere dalle nuvole” e quindi di farsi un giro allo Spallanzani e a Codogno “per capire se ci sono state veramente delle vittime di un virus di nome Covid 19”. Alle raffinate, se si vuole discutibili, argomentazioni di Agamben si risponde quindi come se fosse un “negazionista”, nello stile superficiale del sito. Niente di male, ognuno argomenta come può, ma prendersela con “gli svalvoloni no vax che vomitano odio” e poi insultare i dissidenti, creare allarmismi polizieschi, chiedere manette e licenziamenti, invocare repressione non pare un metodo che attenua il conflitto più estremo, ma che lo alimenta.