PANDEMIA? NIENTE PAURA, C’E’ LA FONDAZIONE ROCKEFELLER

In un interessante documento della Fondazione Rockefeller, datato maggio 2010 e intitolato Scenarios for the Future of Technology and International Development, erano delineati
quattro scenari per il futuro, raccontati nello stile di un romanzo di fantascienza, e le diverse opportunità che potrebbero offrire. Il primo scenario è il “Lock Step” (ricordiamoci che oggi si parla correntemente di “lockdown”), la stretta autoritaria in seguito al diffondersi di un virus influenzale.

Immagine dal documento della Fondazione Rockefeller


La pandemia era prevista dal documento per il 2012, con alta infezione e mortalità. A parte la provenienza del virus dalle oche selvatiche (non imputate, oggi, per il coronavirus), il ritratto per quanto catastrofista (quasi il 20 per cento della popolazione globale infetta, 8 milioni di morti in appena 7 mesi) è vicino con precisione a quanto stiamo vivendo nel 2020, dall'”effetto mortale sulle economie” alle restrizioni delle libertà personali. Singolare anche il presagio sulla Cina: “Le rapide imposizioni e regole del governo cinese per una quarantena obbligatoria per tutti i cittadini, così come la chiusura istantanea e quasi ermetica di tutti i confini, salvarono milioni di vite, fermando la diffusione del virus molto prima che in altri paesi e consentendo una più rapida ripresa postpandemica”.

Copertina del documento della Fondazione Rockefeller

Segue una descrizione delle conseguenze politiche della pandemia, che vale la pena riportare integralmente: “Durante la pandemia, i leader nazionali in varie parti del del mondo rafforzarono la loro autorità e imposero strette regole e restrizioni, dall’obbligo di indossare mascherine ai controlli della temperatura corporea all’ingresso dei luoghi pubblici come stazioni ferroviarie e supermercati. Anche quando la pandemia si affievolì, questo controllo più autoritario e questo monitoraggio dei cittadini e delle loro attività rimase e anzi si intensificò. Per proteggere se stessi dalla diffusione di crescenti problemi globali — dalle pandemie al terrorismo transnazionale alle crisi ambientali e al crescere della povertà — i leader di varie parti del mondo rinsaldarono il potere. All’inizio, la nozione di un mondo più controllato ottenne vasta accettazione e approvazione. I cittadini rinunciavano volenterosi alla perdita di parte della propria sovranità — e della propria privacy — a favore di uno Stato più paternalistico in cambio di maggiore sicurezza e stabilità. I cittadini tolleravano di più, persino con entusiasmo, una guida e un controllo verticistici, e i leader nazionali ebbero maggiore libertà d’azione nell’imporre l’ordine nei modi che ritenevano appropriati. Nei paesi sviluppati questo accentuato controllo prese molte forme: carte d’indentità biometriche per tutti i cittadini, ad esempio, e regole più strette per le industrie chiave la cui stabilità era ritenuta vitale per gli interessi nazionali. In molti paesi sviluppati, imporre la cooperazione con una serie di nuovi accordi e normative ripristinò lentamente ma costantemente sia l’ordine e, cosa importante, la crescita economica“.
Il documento prevede però che nel giro di un decennio le popolazioni cominceranno a non sopportare più l’autoritarismo e cresceranno le rivolte da parte di “giovani e persone che hanno visto svanire il loro status e le loro opportunità. Persino coloro che apprezzavano la maggiore stabilità di quel mondo cominciarono a sentirsi sempre più costretti e a disagio a causa delle troppe regole severe nei rigidi confini nazionali. Si ebbe la sensazione che prima o poi qualcosa avrebbe inevitabilmente sconvolto l’ordine che dai governi era stato faticosamente instaurato nel mondo.”

A questo scenario il documento della Rockefeller fa seguire due indicazioni per agire in quel contesto.
La prima indicazione riguarda il ruolo delle organizzazioni nonprofit (non pensate alle ong o al volontariato, qui sono in ballo organizzazioni miliardarie) e in particolare delle fondazioni “filantropiche” come la Rockefeller. Poiché la Rockefeller è in diversi progetti alleata di Bill Gates, il secondo punto del documento riguarda il ruolo delle alte tecnologie. Ecco l’elenco dei campi in cui si offrono opportunità, secondo il documento, in un mondo sottoposto a pandemia: scanner a risonanza magnetica nei luoghi pubblici per individuare comportamenti anomali che possano indicare “intenti antisociali” (Orwell non era arrivato a tanto); apparecchiature di “screening” per controllare chi esce da ospedali o prigioni (significativa l’equiparazione tra quelle due istituzioni totali) onde evitare malattie trasmissibili; più sofisticati sistemi di comunicazioni per un mondo che a causa della pandemia può viaggiare meno (non si parlava ancora di 5G, ma di questo si tratta). Il documento ci informa inoltre che protezionismo e preoccupazioni per la sicurezza nazionale porteranno a limitazioni della rete Internet.
Questo il futuro che ci attende, anticipato dieci anni fa dagli esperti della prestigiosa Fondazione.

Memorandum: la Fondazione Rockefeller è stata creata dall’impero finanziario della famiglia Rockefeller, prima monopolista nel settore del petrolio e poi in quello bancario e in quello farmaceutico. Uno dei forti impegni della Fondazione è stato di recente nel campo degli OGM, in partnership con la fondazione Bill & Melinda Gates.