PANDEMIA? NIENTE PAURA, C’E’ LA JOHNS HOPKINS UNIVERSITY

Dopo aver analizzato il documento della Fondazione Rockefeller del 2010, passiamo a Event 201, un convegno tenuto il 18 ottobre 2019 a New York, organizzato dal The Johns Hopkins Center for Health Security in partnership con il World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation, dove si è discussa la simulazione di una pandemia (pandemic tabletop exercise).

Il logo di Event 201

Event 201 ha simulato l’esplosione di una pandemia provocata da un immaginario coronavirus di origine animale (denominato CAPS), trasmesso dai pipistrelli ai maiali e che in seguito diventa facilmente tramissibile da persona a persona, portando a una grave pandemia. Il convegno è stato aperto dal video di un finto telegiornale del futuro dove vengono illustrati i catastrofici effetti del virus.

La malattia immaginata è largamente simile alla SARS, ma si trasmette più facilmente nelle comunità attraverso persone con sintomi lievi. Event 201 si spinge molto avanti nel catastrofismo, prevedendo un tasso di fatalità del 10% e immaginando un virus da 2 a 4 volte più letale della Spagnola nel 1918: si prevede quindi la morte di “centinaia di milioni di persone”. La malattia inizia in un allevamento di maiali in Brasile, propagandosi “prima lentamente e poi più rapidamente nelle strutture sanitarie”, diffusa dai viaggi in aereo e diventata poi fuori controllo in ogni paese. Event 201 così come la Fondazione Rockefeller hanno commesso un errore di valutazione: erano convinti che una pandemia dovesse esplodere prima nei paesi meno sviluppati (Africa e Sud America), mentre la realtà è stata diversa.

Dato che l’intera popolazione umana è potenzialmente suscettibile al virus, secondo Event 201 durante i mesi iniziali della pandemia “il numero complessivo dei casi cresce esponenzialmente, raddoppiandosi ogni settimana. E dato che i casi e le morti si moltiplicano, le conseguenze economiche e sociali diventano sempre più gravi”. Lo scenario si conclude dopo 18 mesi, con 65 milioni di morti: “La pandemia inizia a rallentare grazie al diminuito numero di soggetti sensibili. La pandemia continuerà a un certo tasso fino a che non ci sarà un vaccino efficace o fino a che l’80-90 % della popolazione globale non sarà stata esposta al virus.” Si arriva quindi alla soluzione propugnata dagli organizzatori del convegno: “Non c’è possibiltà di rendere disponibile un vaccino nel primo anno. Una medicina antivirale può aiutare i malati, ma non limita in modo significativo il diffondersi della malattia”. La ricetta indicata, quindi, è solo il vaccino (presumibilmente universale), mentre altre cure sono ritenute inefficaci: non soprende, visti i promotori del convegno, direttamente impegnati sul fronte dei vaccini e della loro produzione. Tra le “raccomandazioni” del convegno ai governi, la lotta contro la “disinformazione”, tramite la “soppressione” delle notizie giudicate false, anche con l’uso di strumenti tecnologici (una nuova forma di avveniristica censura).

Dal finto telegiornale di Event 201

La somiglianza tra la simulazione di Event 201 e la realtà che si è concretizzata a breve con il covid-19 ha costretto la pagina web degli organizzatori del convegno a pubblicare una precisazione: il convegno non ha fatto una “predizione” del covid-19, ma di un virus immaginario e l’indicazione di 65 milioni di morti non può essere applicata al covid-19.

Attenzione: prendere in considerazione i convegni della Fondazione Rockefeller o della Johns Hopkins non significa abbracciare alcuna teoria del complotto. Si tratta di analizzare nel concreto le motivazioni e gli orientamenti dei colossi imprenditoriali che si stanno muovendo sul terreno della pandemia. Giusto rifiutare i complottismi fantasiosi, ma non è lecito essere ingenui e affidarsi ciecamente a organizzazioni “filantropiche” create dai più grandi capitalisti del mondo, senza un filtro critico su ciò che veicolano con potenza planetaria. Tutte le testate giornalistiche e i media, ad esempio, fanno riferimento per il calcolo delle vittime al sito della Johns Hopkins University, diventato il depositario unico della verità e dell’attendibilità. Come è chiaro, non si tratta di un ente super partes, ma di un soggetto privato con specifici interessi economici. Per molte aziende multinazionali il covid-19 è una grande opportunità, lo aspettavano e si preparavano. E’ inappropriato sostenere che le soluzioni immaginate dai simposi di quei soggetti imprenditoriali avessero primariamente precisi obiettivi di profitto e non di “filantropia”?

Memorandum: Curatori di Event 201, oltre ad alcuni docenti universitari e consulenti governativi, sono stati esponenti della società farmaceutica Johnson & Johnson, della Bill & Melinda Gates Foundation, della Henry Schein Inc. (uno dei principali distributori al mondo di apparecchiature sanitarie), della Marriott International (multinazionale americana di strutture alberghiere), della multinazionale delle spedizioni UPS, delle linee aeree Lufthansa, della Edelman (una delle più grandi aziende mondiali di public relations e consulenza marketing).