PICCOLO MANUALE PER IL MILITANTE ANTICOVID

Ogni dittatura ha bisogno dei suoi militanti che diffondono il verbo del regime. Anche la dittatura sanitaria che si sta instaurando attualmente ha i suoi pasdaran che scattano in piedi e mettono mano alla tastiera appena sui social si esprimono opinioni dubbiose sul lockdown e sulle misure che vari governi hanno preso o stanno prendendo.
Qui di seguito un breve prontuario per il militante anticovid:

1) sminuire subito l’attendibilità di chi critica: “evidentemente non hai perso un parente per il covid”; “parli così perché non te lo sei ancora preso”; “se avessi visto quello che ho visto io in corsia non diresti certe cose”.

2) delegittimare l’interlocutore con i termini “negazionista” (che evoca chi non crede allo sterminio degli ebrei), “complottista” (che fa pensare a un paranoico che vede complotti ovunque) o “no-vax” (se hai dei dubbi su qualche vaccino inutile voluto solo dalle case farmaceutiche sei un troglodita venuto dall’Età della pietra).

3) far sentire l’interlocutore un minorato perché non è medico, virologo, epidemiologo o almeno infermiere. Solo i competenti possono parlare, gli altri devono eseguire e obbedire a qualsiasi ordine. Usare quindi epiteti insultanti verso i dissenzienti: “imbecille”, “idiota”, “cretino”, “bastardo” e così via (utili suggerimenti si possono trovare nei post seguiti alle recenti dichiarazioni del cantante Bocelli).

4) suscitare il senso di colpa: “vuoi far ammalare i tuoi amici e i tuoi parenti”; “vuoi mettere in crisi il servizio sanitario nazionale che paghiamo tutti noi”; “finirai intubato a nostre spese”; “non andare in ospedale a occupare posti quando ti ammalerai”.

5) accentuare la pericolosità del virus come se fosse la peste bubbonica, l’ebola o un’altra malattia a tasso altissimo di mortalità: dare l’impressione a chi legge che chiunque venga a contatto con il virus muore o quanto meno finisce in terapia intensiva. Di conseguenza chi critica anche debolmente le misure prese dai governi e dalle “task force” è un potenziale assassino.

6) proporre come un mantra l’analogia tra chi critica un qualunque aspetto delle politiche di lockdown e i “terrapiattisti”, i “teorizzatori delle scie chimiche”, i “propagatori di fake news e bufale”.

7) sostenere, anche se non è vero, che si è medici o infermieri, che si ha una nipote che lavora in ospedale e ha vissuto nell’incubo, che si ha un parente o un amico morto di covid (ovviamente senza specificare in che condizioni di salute era).

8) usare una raffica di cifre e numeri: numero dei morti, dei contagiati, degli intubati, percentuali della crescita degli infetti, cifre raccapriccianti di migliaia di vittime senza specificare su quale popolazione (se si tratti, cioè, di un paese con 250 milioni di abitanti o di 50).

9) esagerare senza limiti le virtù della mascherina chirurgica, proposta come uno scudo inviolabile per il virus: chi non la indossa quasi sempre, magari anche all’aperto, è additato come un untore. Di conseguenza, se il virus dovesse espandersi la responsabilità è dei cittadini, degli individui.

10) mettere sempre la maiuscola alla parola “Scienza” e ripetere “lo dicono gli scienziati”, “lo sostengono i virologi”, ecc. Dare per scontato, quindi, che ci sia un’unica e monolitica Scienza, dove non esitono opinioni differenti di scienziati non allineati o percorsi di ricerca diversi rispetto al dogma propugnato da cupole medico-scientifico-farmaceutiche. Di conseguenza, citare il più possibile la necessità assoluta di un vaccino anticovid per salvarci tutti, preparando il terreno per renderne obbligatoria la somministrazione.