RIFLESSIONI SUL CAPITALISMO DELL’EMERGENZA SANITARIA

Un mio articolo apparso su Facebook nell’agosto scorso e tuttora attuale

Il capitalismo muta e si ridefinisce attraverso profonde crisi. L’emergenza sanitaria del 2020 ha sì indebolito fortemente le economie di quasi tutto il mondo, ma ha visto aumentare i profitti di un segmento decisivo e da tempo emergente del nuovo capitalismo: il capitalismo digitale o virtuale, fondato sui social media, sull’informatizzazione della società. Jeff Bezos, Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno visto crescere in modo straordinario i profitti da marzo 2020 ad agosto, grazie alla pandemia. Sono loro i nomi di punta di un nuovo capitalismo che dai guai del vecchio capitalismo trae vantaggio. D’altra parte segmenti del capitalismo tradizionale colpiti direttamente da una diminuzione dei consumi trovano rapidamente altre opportunità (la Fiat che si riconverte in produttrice di mascherine con l’ennesimo aiuto statale italiano). Anche il capitale finanziario non ha subito un tracollo, le borse si sono riassestate dopo il trauma iniziale. Nel nuovo capitalismo dell’emergenza sanitaria alcuni settori si ridimensioneranno, ma nel complesso ci sarà un’accelerazione imprevista di tendenze in atto da tempo.

C’è una bella differenza tra il “complottismo” (che comunque dà sempre suggestioni più stimolanti dell'”ingenuismo” o delle analisi sempiterne ancorate a categorie del passato) e un’analisi critica della nuova situazione economica e sociale. Negare che parti consistenti e sempre più dominanti del capitalismo traggano giovamento dall’emergenza sanitaria è colpevole ingenuità (e cecità), mascherata dalle accuse scomposte di “complottismo” a destra e a manca. Dal punto di vista geopolitico a egemonizzare questa fase è stata senza dubbio la Cina, rafforzando la sua potenza anche economica nei confronti dei competitori politici internazionali, certamente a scapito di Usa e Europa. Non a caso la Cina guida il terrorismo sanitario attraverso un appoggio incondizionato all’OMS e propagandando una visione catastrofista del coronavirus. La “politica” occidentale è cascata in pieno nella trappola e però ha colto a sua volta le opportunità offerte dall’emergenza sanitaria, ora necessariamente da prolungare con ogni mezzo: azzeramento dei conflitti sociali, neutralizzazione delle forme di protesta tradizionali, accentramento dei poteri senza troppi lacci democratici o parlamentari, rilegittimazione dei vertici governativi come tutori della salute (colpevolizzando i cittadini, qualora le misure di contenimento del virus non funzionassero, perché vanno in vacanza o non mettono ovunque la mascherina). Non c’è bisogno di fantasticare su un complotto mondiale (che non esiste), basta guardare i fatti senza pregiudizi per capire chi sta cavalcando l’emergenza sanitaria e ha tutto l’interesse di prolungarla (con l’aiuto degli “utili ingenui” della cosiddetta “sinistra”).